Dalla fine di febbraio in Italia si è aperta l’emergenza del contagio da Coronavirus. La situazione sanitaria si è aggravata fino ad arrivare a mettere l’intero paese in quarantena, ci sono importanti rischi per la salute e numerosi decessi.
Oltre all’allarme medico, questo periodo è molto delicato perché ha ripercussioni sulla salute psicologica delle persone. Molte attività si stanno fermando e lo stile di vita si deve modificare. La sofferenza e il trauma connessi con questa situazione non si esprimono solo negli individui e nelle famiglie che sono od hanno persone care malate ma si aprono anche nella comunità. È comprensibile che si provi incertezza, si sia spaventati, arrabbiati e in ansia. Inoltre, chi avvertiva già dei disturbi psicologici potrebbe essere ancora più sofferente. In questi momenti così difficili, è importante prendersi cura anche della propria salute psicologica.
Quali sono le fasi psicologiche nel reagire ad una situazione traumatica come quella del contagio da Coronavirus?
Dal momento dell’esposizione si possono susseguire le seguenti fasi:
- Fase di shock vissuta con senso di estraneità e irrealtà. Si provano confusione, disorientamento spaziale o temporale. Lo shock consente di mantenere un certo distacco dall’evento, necessario ad attutirne l’impatto e a far fronte alle necessità del primo periodo.
- Fase dell’impatto emotivo: si possono provare una vasta gamma di emozioni quali tristezza, colpa, rabbia, paura, confusione e ansia. Possono anche svilupparsi disturbi fisici e si può avere difficoltà a recuperare uno stato di calma.
- Fase del fronteggiamento: ci si comincia a interrogare su quanto è successo ed a cercare delle spiegazioni, ricorrendo a tutte le proprie risorse.
- Fase dell’accettazione/risoluzione: si capisce che l’evento è passato. Ci si sente vulnerabili ma non impotenti e si sente di non poter controllare tutto, ma si può controllare la propria risposta.
- Imparare a convivere con il trauma: si riescono ad affrontare gli anniversari e le esperienze simili.
Quali emozioni si possono provare ai tempi del Coronavirus?
Paura
La paura è fondamentale per la nostra difesa e sopravvivenza. Questa emozione può esprimersi efficacemente per proteggersi (eustress o stress positivo), ma anche essere presente eccessivamente con comportamenti poco lucidi e controproducenti (distress o stress negativo). Infatti, chi ha affollato i supermercati per fare scorte alimentari era mosso da questa paura eccessiva, ma ha corso dei rischi dovuti all’assembramento in spazi chiusi con la possibilità di favorire la diffusione del virus e al far mancare alcuni beni a chi non era corso subito al supermercato, pur essendone bisognoso. Anche chi è scappato dalla propria città ha messo in atto un comportamento disorganizzato, ansioso e controproducente. Anche chi, al contrario, sottovaluta i rischi del contagio, lo sente lontano da sé ed agisce senza proteggersi, vivendo come se non ci fossero pericoli, ha un comportamento disfunzionale.
L’emozione di paura può diventare panico o ansia quando un pericolo viene generalizzato percependo ogni situazione come rischiosa ed allarmante. Si può manifestare anche l’ipocondria: l’eccessiva preoccupazione per il proprio stato di salute fa percepire ogni minimo sintomo come un segnale inequivocabile di infezione da Coronavirus.
Impotenza, senso di vulnerabilità e mancanza di sicurezza
L’impotenza riguarda la difficoltà ad affrontare situazioni che non possiamo gestire personalmente. Si prova una forte frustrazione all’idea di non avere il controllo della situazione e di dovere subire condizioni esterne. Alcune persone reagiscono cercando di identificare un colpevole per tornare a percepire un livello di controllo su cosa fare, come e chi punire (rabbia e giudizio verso gli“untori” e ricerca compulsiva di informazioni in internet su teorie
alternative che indicano “un colpevole”).
La paura della situazione genera una condizione di fragilità che spaventa la maggior parte delle persone, in quanto non si sente di avere punti di riferimento, i pericoli generano un timore spropositato e non ci sente sicuri nemmeno a casa propria.
Senso di colpa
Chi ha sofferto di Coronavirus può sentirsi in colpa per la responsabilità di ciò che è accaduto, avvertendo il peso di esser stato un untore che ha portato la malattia a persone care. Potrebbe viversi solo attraverso questo marchio e perdere l’interezza della sua personalità.
Alcune persone possono sentirsi colpevoli per essere sopravvissute, non esser state contagiate o per non avere riportato danni. Inoltre, si può sentirsi in colpa nei confronti delle persone che hanno avuto casi positivi al Coronavirus in famiglia oppure è possibile non riuscire a guardare negli occhi un amico perché ha perso un genitore per il Coronavirus.
Rabbia
Ci si può sentire molto arrabbiati a fronte di questa situazione sanitaria. Questa emozione può emergere per il cambiamento che ha subito la routine quotidiana e perché i progetti sono rimasti in sospeso.
La rabbia può esprimersi anche in modo disfunzionale con una sorta di caccia al colpevole, angustiandosi alla ricerca di spiegazioni e vani capri espiatori. Tuttavia, poi si prova frustrazione perchè la rabbia non può essere direzionata verso nessuno e non si trova qualcuno su cui sfogarla efficacemente.
Inoltre, si può essere risentiti contro le persone che non rispettano le regole, violando la quarantena o le norme di igiene.
Sfiducia
Molte persone possono provare sfiducia dovuta al timore che la situazione non passi presto o degeneri. Temono le complicazioni mediche, ma anche a livello relazionale, sociale e lavorativo. Per tante attività, la chiusura forzata può comportare un danno importante ed è comprensibile essere timorosi.
Lutti traumatici
Le persone che hanno perso un caro in questo periodo si trovano a dover gestire un lutto in modo ancor più doloroso in quanto non hanno potuto accompagnare la persona negli ultimi momenti della sua vita e partecipare ad un funerale, momento utile per prendere congedo.
Quali sono i segnali da stress post traumatico?
Questa situazione è traumatica perché mette a rischio la propria vita o quella dei propri cari e si è esposti ad una grande sofferenza comunitaria. E’ possibile avvertire i seguenti sintomi post traumatici che possono durare per alcuni giorni e/o alcune settimane:
- Disturbi del sonno.
- Difficoltà di concentrazione.
- Difficoltà a livello di memoria.
- Ricorso a cibo, alcool, fumo e sostanze stupefacenti.
- Affaticamento, mancanza di energia.
- Irritabilità/irrequietezza.
- Isolamento/chiusura.
- Intrusività di pensieri ed immagini disturbanti.
- Evitamento: tentativo di evitare pensieri e sentimenti correlati con la situazione di fatica, magari mettendo in atto anche comportamenti non protettivi.
- Iperarousal: aumentata attivazione psicofisiologica (ad es. allerta alta ad ogni nuova notizia, tachicardia quando si viene a conoscenza del primo caso positivo nella propria città, toccarsi la fronte e percependosi leggermente caldi si inizia a fare fatica a respirare, ecc.)
- Umore depresso e/o pensieri persistenti e negativi su di sé sul mondo.
- Persistenti emozioni negative correlate al trauma
- Interesse marcatamente diminuito per attività piacevoli.
Quando questi sintomi diventano intollerabili e ci si sente sopraffatti, è bene mettere in atto i consigli forniti qui di seguito e rivolgersi ad una psicologa psicoterapeuta per un supporto psicologico, meglio se online in questo periodo.
Consigli per affrontare psicologicamente il Coronavirus
- Informarsi attraverso i canali ufficiali come il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità. Nei momenti di emergenza, la paura e l‘irrazionale rischiano di prendere il sopravvento, quindi bisogna prendersi cura di sé non esponendosi a fake news o notizie emozionalmente cariche ma non basate su dati oggettivi.
- Limitare l’utilizzo dei media a uno-due momenti della giornata. Si può avvertire il naturale bisogno di dare un significato all’accaduto e per questo passare molto tempo a ricercare notizie, occorre però proteggersi dall’eccessiva esposizione.
- Seguire i consigli sulle norme di igiene indicate dal Ministero della Salute. Possiamo dare il nostro contributo per combattere il Coronavirus: proteggiamoci e proteggiamo. Insieme si vince.
- Fare attività fisica ed esporsi all’aria aperta anche da casa è importantissimo per il benessere.
- Mangiare nel modo più regolare possibile e bere acqua. Si potrebbe incorrere in una perdita dell’appetito, ma anche in un suo aumento. L’alimentarsi eccessivamente può essere correlato a delle emozioni negative, tanto che la fame può diventare emotiva. In questo articolo troverete informazioni per gestire la fame emotiva.
- Riposarsi adeguatamente cercando di dormire un buon numero di ore combattendo l’insonnia. E’ meglio fare attività rilassanti serali e non cercare informazioni sul Coronavirus prima di addormentarsi per non addormentarsi con emozioni negative e con senso di allerta. Inoltre, è importante mantenere un buon ritmo sonno veglia coerente con la giornata, evitando di rimanere svegli fino a tardi e alzarsi a mattinata inoltrata in quanto si rischia di perdere il ritmo corretto.
- Fare attività che aiutano a rilassarsi: yoga, training autogeno, meditazione, leggere, giardinaggio, ecc.
- Staccare la spina! Ricordati di parlare di altro, distrarsi e uscire dal loop di discorsi angoscianti e catastrofisti serve a rafforzarci.
Altri consigli…
- Prendersi cura della propria persona mantenendo le consuete buone abitudini come lavarsi, vestirsi, truccarsi e pettinarsi. Trascurarsi, al contrario, fa perdere il contatto con la parte sana e riporta alla negatività.
- Non interrompere per quanto possibile la propria routine ma ancorarsi a ciò che è certo, noto e prevedibile. Quando la routine viene bruscamente modificata, è possibile avvertire smarrimento in quanto le consuete motivazioni all’azione non sono più applicabili alla nuova realtà. E’ importante, quindi, riprogettare il tempo secondo attività cadenziate per favorire la ristrutturazione di un senso psicologico e cronologico.
- Fare progetti: questo tempo più lento può essere utilizzato per coltivare i propri e svolgere le attività che solitamente vengono rimandate.
- Parlare e passare del tempo con la famiglia e gli amici. Avere restrizioni di movimento non significa annullare la socializzazione. Utilizziamo videochiamate ed insegniamo ai più anziani come fare per non rimanere “isolati nell’isolamento”. Ricordarsi che non si è soli, ma inseriti in un sistema e in un’organizzazione che può sostenere ed aiutare anche emotivamente e psicologicamente.
- Parlare dei problemi con qualcuno di cui ci si fida. Scegliere le persone con le quali avere un confronto empatico e costruttivo.
- Riconoscere e monitorare le proprie reazioni emotive e le difficoltà che si possono avere, non negare i propri sentimenti ma ricordarsi che è normale soffrirne e tutti possono avere delle reazioni emotive a causa di un evento così inaspettato e tragico.
- Rispettare le reazioni emotive degli altri, anche quando sono completamente differenti e poco comprensibili per il proprio punto di vista.
- In questo periodo così delicato, è importante prendersi cura anche della propria salute psicologica. Se da soli o con i propri cari non si riesce a tutelare il proprio equilibrio emotivo e si sente di essere sopraffatti, serve chiedere un supporto psicologico, meglio se online in questo periodo.
Consigli per genitori
Oltre ai consigli scritti in precedenza, ecco alcune informazioni aggiuntive:
- Scegliete le informazioni: i bambini necessitano di informazioni filtrate sul Coronavirus in base all’età, in modo che possano essere comprese. E’ importante spiegare ciò che sta accadendo in modo rassicurante attraverso un focus realistico e orientato agli aspetti positivi. Consiglio di leggere questo articolo di Alberto Pellai per spiegare il Coronavirus ai bambini.
- Date un messaggio di speranza spiegando che ci sono tanti medici e infermieri che stanno lottando per aiutare tante persone e trovare una cura. Inoltre, queste misure di isolamento sono necessarie per stare tutti meglio.
- Date continuità: i bambini possono continuare a fare le cose da bambini come giocare, parlare di cose divertenti, fare i compiti e imparare cose nuove.
- Rassicurateli: i bambini osservano e comprendono tutto, hanno bisogno di stare con figure di fiducia che non mostrino volti spaventati e allarmati, ma trasmettano affetto e padronanza. Quando vi vedono vacillare, spiegate che è un momento difficile ed è normale che anche gli adulti facciano fatica. Se siete troppo preoccupati e non riuscite a calmarvi, fatevi supportare da altri familiari o eventualmente consultate degli specialisti.
- In seguito all’esposizione a un evento critico i bambini possono provare numerosi stati emotivi dovuti anche al protrarsi della condizione di isolamento e allo sconvolgimento dei ritmi ordinari: tristezza, colpa, rabbia, paura, confusione e ansia. Possono anche sviluppare reazioni psicosomatiche, come disturbi fisici (mal di testa, mal di pancia, difficoltà ad addormentarsi e mangiare ed ammalarsi più frequentemente). Accoglieteli nelle loro fatiche, facendogli esprimere ciò che provano e spiegando loro che sentirsi sconvolti, avere paura o essere preoccupati è normale.
Consigli per genitori in attesa ai tempi del Coronavirus
Ecco alcuni consigli specifici aggiuntivi per mamme e papà “nascenti” in quanto proteggendo voi proteggerete il vostro piccolo:
- Trasformate il periodo di isolamento in un momento di cura e connessione profonda con il bambino. Potete coccolarvi e coccolare il piccolo attraverso massaggi dal partner, rilassamento o yoga. Ci sono molti video on line con tecniche di rilassamento, respirazione e yoga.
- Isolamento non significa essere soli. Potete condividere questo periodo così unico anche a distanza per sentirsi in connessione con altri genitori o con i propri famigliari. E appena si potrà, gli abbracci vis a vis saranno ancora più pieni di amore.
- E’ normale avere paura per la piccola creatura da proteggere. Se sono scese lacrime non sentirti in colpa: potrebbe essere un mix di paura, rabbia o tristezza che deve essere sfogato. L’importante è ritornare a concentrarsi sulle attività che rassicurano.
- E’ normale anche essere preoccupati per il lavoro. Ora che la famiglia si sta per allargare possono subentrare ansie legate alla perdita o alla diminuzione dell’attività lavorativa. Ragionate su ciò che si può fare giorno per giorno, guardare troppo in avanti può far cadere in un vortice di negatività. Meglio affrontare un passo alla volta, insieme nella coppia.
- Il Coronavirus non deve togliere ma donare tempo alla gravidanza. Rimanere a casa permette di preparare con cura e amore tutto ciò che servirà, informarsi sulla gravidanza e il post parto e trovare un corso preparto on line.
- Rafforza il tuo sistema immunitario con le emozioni positive attraverso ciò che ora è possibile fare che ti piace e gratifica. Cura la tua alimentazione al meglio e fai degli esercizi fisici che ti aiutano a rimanere in forma e a scaricare le tensioni.
La crescita Post-traumatica ai tempi del Coronavirus
Infine, un messaggio di speranza: da questo momento difficile è importante far emergere delle risorse e favorire la resilienza e la crescita post-traumatica. Questa è definibile come la possibilità di trasformare un episodio negativo in uno stimolo al miglioramento grazie alle capacità di fronteggiare gli eventi negativi. I comportamenti di crescita post traumatica ai tempi del Coronavirus possono essere la valorizzazione dell’aiuto ricevuto, la solidarietà tra gli individui e una maggiore attenzione alle relazioni rispetto agli oggetti. Inoltre, la crescita post traumatica si esprime con la rivalutazione delle proprie risorse, la consapevolezza di una rinnovata capacità di controllo, la capacità di vivere con libertà le proprie emozioni accettando di poter essere vulnerabili.
Fonti: Ordine Nazionale degli Psicologi – Associazione EMDR Italia