Affrontare la morte di una persona cara è un processo doloroso per tutti. I bambini possono incontrare maggiori difficoltà nell’elaborare un lutto perché provano un dolore molto intenso, difficilmente gestibile e duraturo che può rappresentare un fattore di rischio per il successivo sviluppo. Inoltre, le perdite minacciano il loro senso di sicurezza in quanto sentono che i punti di riferimento vacillano poiché la famiglia intera soffre.
Il processo di elaborazione del lutto è soggettivo e dipende dall’età, dalle risorse famigliari e sociali e dalla qualità del legame con il defunto. La possibilità di partecipare alla cura e al congedo, di esprimere la sofferenza e di proseguire la vita quotidiana sono fattori che aiutano ad affrontare la perdita. Invece, i fattori che compromettono l’elaborazione del lutto sono la morte vissuta come un evento improvviso e grave, la presenza di traumi precedenti e difficoltà relazionali ed una significativa difficoltà nell’occuparsi del bambino da parte degli adulti superstiti .
I bambini acquisiscono gradualmente la padronanza del concetto di morte e la capacità di far fronte alle perdite. Possiamo individuare alcune fasi indicative:
Fino ai 3 anni è difficile distinguere tra cose vive e inanimate, ma sono molto sensibili alle emozioni delle persone di riferimento. Quando l’adulto è triste, addolorato, sofferente, il bambino percepisce che qualcosa non va, si sente perso e manifesta il bisogno di vicinanza e rassicurazione con un comportamento irritabile, irrequieto e tendente al pianto.
Tra i 3 e i 5 anni i bambini comprendono la differenza tra le cose e le persone vive e non vive, ma non hanno acquisito il concetto di irreversibilità della morte. Potrebbero cercare il defunto e chiedere “dove è andato?” oppure “quando ritorna?”. La morte viene percepita come non definitiva, un lungo sonno profondo o un viaggio che prevede un ritorno.
Tra i 6 e i 9 anni si comprende che la morte è irreversibile. Le perdite delle persone care vengono vissute con estrema paura e ansia. Spesso i bambini di questa fascia d’età sviluppano molta curiosità per gli aspetti che riguardano la morte e per i riti funebri, quindi possono porre molte domande per acquisire informazioni.
Tra i 9 e i 12 anni i bambini hanno un concetto chiaro della morte. In caso di lutto di una persona cara, non vivono ancora le emozioni in modo regolato e alcuni possono tendere a nascondere le loro emozioni, a voler apparire più forti e in grado di affrontare la sofferenza.
Il processo di elaborazione del lutto nei bambini presenta delle differenze rispetto a quello degli adulti in quanto le fasi vengono vissute con meno stabilità e si verifica una maggiore alternanza di emozioni. Inoltre, fino ai 6-9 anni, il concetto di irreversibilità della morte non è pienamente acquisito, per cui può essere difficile comprendere che la persona cara non tornerà e questo può destabilizzare le sue emozioni. Inoltre, i tempi di elaborazione sono soggettivi e dipendono da molti fattori individuali, relazionali ed ambientali.
L’elaborazione del lutto prevede fisiologicamente la presenza di stati emotivi faticosi caratterizzati da tristezza, paura, colpa, rabbia ed insicurezza. I seguenti segnali possono essere considerati come un campanello di allarme per un processo traumatico o che presenta complicazioni:
Gli adulti, mossi da un istinto protettivo, possono avere la tentazione di non parlare ai bambini della morte o evitare di riferire quanto è accaduto e la sofferenza che provano. Tuttavia, i bambini, come gli adulti, hanno il diritto e il bisogno di capire ed addolorarsi per le perdite subite. Hanno necessità di sapere cos’è successo ed essere accompagnati nel dolore dando parole alle loro emozioni, sapendo di avere figure di riferimento che sono forti e presenti anche se vacillano per la loro sofferenza, comprendono e vivono quel che il bambino sente. Il bambino ha bisogno che gli adulti legittimino il dolore e le emozioni provate aiutandolo a parlarne e che rispondano alle sue numerose domande sulla morte e su ciò che cambierà dopo la perdita.
E’ importante che la morte e il defunto non siano argomenti tabù per la famiglia. E’ importante che si nomini e ricordi chi non c’è più e che si possa parlare della possibilità e fatica della perdita delle persone care.
Il bambino può manifestare tante emozioni che lo destabilizzano. Può, quindi, sentirsi perso e non in grado di affrontare un dolore così grande, soprattutto se è mancata una delle persone più importanti per lui. E’, quindi, molto importante stargli vicino, rassicurarlo che non verrà abbandonato e che si farà di tutto per essere presenti per lui. Serve esplicitare che la morte è inevitabile, a volte le cose possono sfuggire dal controllo e che non si è colpevoli di questo, ma si può trovare il modo per andare avanti.
I momenti successivi alla morte di una persona cara sono molto importanti in quanto consentono di prendere congedo e salutarla. Infatti, la preparazione degli abiti, la scelta della fotografia, l’acquisto di fiori, l’organizzazione del funerale, la cerimonia e la vicinanza delle persone sono utili per prepararsi a salutare il defunto. Sono momenti significativi per vivere gradualmente il passaggio tra la presenza e l’assenza della persona amata. Aiuta concentrarsi sul proprio dolore mettendo temporaneamente in pausa la quotidianità.
Anche bambini hanno bisogno di dire addio alla persona che è morta prendendo parte a questo processo di congedo. Per loro è importante capire che c’è stato questo passaggio e fare qualcosa di pratico per salutare la persona cara. Quindi, è consigliabile farli partecipare al funerale e proporre dei rituali da fare insieme. Ad esempio si potrebbe proporre di preparare un disegno, scrivere un biglietto od una lettera, inventare una storia, scegliere dei fiori, accendere una candela..
Quando muore una persona cara, spesso si può avvertire il forte timore di perdere anche i ricordi. I bambini vivono ancora di più questo rischio in quanto le loro capacità di memorizzazione sono meno affinate.
Per gestire questa paura, si può proporre di cercare delle fotografie che raffigurino alcuni momenti belli trascorsi insieme alla persona cara e scegliere un posto speciale dove esporle. Si può proporre anche di costruire una scatola dei ricordi in cui custodire gli oggetti e le fotografie che ricordano esperienze svolte insieme al defunto.
L’adulto può anche spiegare che non perdiamo mai chi abbiamo amato perché possiamo tenere viva la sua memoria nel nostro cuore.
Sempre mossi da una modalità protettiva, gli adulti sperano che il dolore dei bambini non sia troppo duraturo. Quindi, possono tendere a inibirlo od evitarlo non parlandone o negandolo. Invece, è importante rimanere vicini al bambino, rispettandone i tempi. Infatti il processo del lutto è soggettivo: ognuno ha i suoi ritmi.
Il bambino riesce ad elaborare meglio il lutto se ha accanto figure di riferimento presenti e in grado di accogliere il suo dolore. Ciò non significa che gli adulti devono nascondere la propria sofferenza, ma anzi che dovrebbero viverlo e mostrarlo in modo funzionale, legittimando le proprie ed altrui emozioni e la possibilità di gestirle e andare avanti. Questo risulta sicuramente difficile per una famiglia che ha subito una perdita e può capitare di sentirsi sopraffatti.
E’ importante che l’adulto di riferimento del bambino si prenda cura anche del proprio processo di elaborazione del lutto, eventualmente chiedendo aiuto ad una psicoterapeuta, per poter sostenere adeguatamente il piccolo.
Se, nonostante queste indicazioni, il bambino dovesse rimanere triste, arrabbiato, spaventato e presentasse dei sintomi in seguito alla morte di una persona cara, allora è consigliabile intraprendere un percorso di sostegno psicologico e psicoterapia per aiutarlo ad elaborare il lutto in modo efficace e sciogliere gli eventuali nodi traumatici.