L’assertività è la capacità di esprimere le proprie emozioni e punti di vista ed accogliere contemporaneamente quelli altrui. Chi è assertivo rispetta sia sé stesso sia la persona con cui si relaziona. Inoltre, ha piena fiducia in sé e negli altri e riesce ad affermare i propri diritti senza negare quelli altrui. Non giudica e non fa critiche non costruttive, ma esprime i propri sentimenti ed opinioni in maniera chiara, diretta e onesta senza manifestare aggressività o essere minaccioso verso l’altro.
Comportarsi in modo assertivo significa bilanciare i bisogni degli altri con i propri. È un gioco a due in cui non c’è uno sconfitto e un vincente, ma entrambi gli interlocutori della relazione sono vincenti perché vengono tenute in considerazione le necessità di entrambi.
Grazie all’assertività, si rinforza la propria autostima ed il senso di autoefficacia per aver comunicato rispettandosi e rispettando, tenendo a mente i propri obiettivi. Mettere in atto un comportamento assertivo stimola l’assertività dell’interlocutore e promuove un feedback relazionale positivo, nutriente per l’immagine di sé.
Si ha anche una maggiore tolleranza alla frustrazione legata alla sconfitta e al relazionarsi con persone con punti di vista differenti.
Chi non è assertivo sconfina nella passività se non riesce ad esprimere il proprio punto di vista e a mettere i giusti paletti per difendersi. Oppure, al contrario risulta aggressivo se non è in grado di rispettare i limiti altrui.
Chi ha una modalità passiva asseconda gli altri per evitare il conflitto e subisce le situazioni senza opporsi. Ha uno stile espressivo insicuro, con affermazioni vaghe ed incomplete, fa riferimento ai propri doveri e tende a giustificarsi e autocommiserarsi.
Chi usa un comportamento aggressivo si mostra concentrato sui propri desideri, tende a dominare gli altri e il principale obiettivo che si pone è il potere personale e sociale. Lo stile espressivo è caratterizzato da un tono autoritario, ritmi rapidi, accuse, domande calzanti e tendenza a sovrapporsi e interrompere all’altro.
Queste modalità non assertive in genere sono state apprese in famiglia e durante la crescita, corrispondono anche a sfaccettature caratteriali.
Inoltre, il contesto di riferimento può condizionare l’assertività, questa si può applicare in modo diverso a seconda anche dell’interlocutore con cui ci si relaziona. Ad esempio, la stessa persona può assumere un comportamento passivo di fronte alle richieste del suo datore di lavoro, ma a con la propria famiglia può porsi in modo aggressivo.
Entrambi gli atteggiamenti sono causati dalla paura che il proprio pensiero o bisogno non venga riconosciuto e accolto. Inoltre, sia i comportamenti passivi che aggressivi celano il timore di non essere accettati e valorizzati come persona. Quindi, si reagisce a queste paure con comportamenti compensatori: la persona aggressiva si mostra ostinata e giudicante, mentre quella passiva appare compiacente e dipendente dal giudizio altrui.
Il livello di autostima è connesso con il livello di assertività che si riesce a mettere in gioco nelle relazioni.
Un’autostima salda produce una sicurezza utile per avere fiducia nelle proprie idee e non temere il confronto con gli altri. Chi ha un alto grado di autostima e assertività ha buone capacità di adattamento ed è più resistente allo stress e ai compiti difficili. Gli obiettivi preposti vengono affrontati con maggiore fiducia in sé stessi e superando gli ostacoli serenamente.
Dare valore ai propri bisogni ed esprimerli in maniera adeguata senza lasciarsi invadere dalle necessità e dalle opinioni dell’altro o senza il bisogno di imporli a tutti i costi permette di percepirsi come persone consapevoli e integre, piene di valore e centratura.
E’ invece difficile essere assertivo per chi ha paura di sbagliare, di essere rifiutato e di non essere all’altezza delle aspettative.
Il primo passo verso l’assertività è analizzare comportamenti e sentimenti attuati nelle situazioni. Serve comprendere in quali condizioni si riesce ad essere assertivi e quando prevale una modalità passiva o aggressiva.
Una profonda riflessione in merito ai motivi per cui non si riesce ad essere assertivi aiuta a lavorare su sé stessi e sulle condizioni migliori.
Serve anche ripensare ai momenti in cui si è riusciti ad agire assertivamente per comprendere quali strategie hanno funzionato. Osservare a posteriori la situazione in cui si è stati in grado di vincere l’eccesso dell’aggressività o della passività motiva a trovare la giusta strada.
Individuare e prendere spunto da una persona assertiva può essere costruttivo. Osservare e confrontarsi con chi utilizza efficacemente l’assertività significa avere un modello da cui trarre strategie utili alla crescita personale.
Soprattutto all’inizio, è importante prepararsi alle situazioni che possono mettere alla prova immaginando come gestirle con assertività. Aiuta elaborare preventivamente delle strategie da usare di fronte agli ostacoli. Si può anche chiedere consiglio alle persone vicine ed immaginare come correggersi di fronte ad eventuali cedimenti delle proprie reazioni assertive.
Inoltre, allenarsi gradualmente con dichiarazioni accessibili e contemporaneamente osservare come ci si sente e come gli altri reagiscono ai comportamenti assertivi. Più ci si comporta assertivamente, più emergono i vantaggi di questa modalità comunicativa e più ci si sente soddisfatti dei risultati raggiunti e incentivati a migliorarsi lavorando sulle risorse e punti di debolezza.
Questi consigli sono generali, per alcune persone potrebbero non essere sufficienti in quanto la loro storia e il loro contesto sono caratterizzati da esperienze sfavorevoli che hanno impedito lo sviluppo dell’assertività. In questi casi, serve rivolgersi ad una psicoterapeuta per iniziare una psicoterapia che aiuti a comprendere le cause del comportamento passivo o aggressivo, combattere il senso di inadeguatezza, favorire il miglioramento personale e l’assertività.